YouTube e spionaggio: la CIA recluta funzionari cinesi con video virali

Secondo la CIA, la Cina potrebbe manipolare gli algoritmi di YouTube per influenzare l’opinione pubblica mondiale. Un’accusa che solleva nuove domande sul ruolo delle big tech nella geopolitica.



Cosa succede quando il confine tra social media e spionaggio internazionale si fa sempre più sottile? La risposta è una mossa inaspettata della CIA che ha scelto proprio YouTube come palco per una delle sue più audaci campagne di reclutamento. Non è un trailer di un film di spie, ma la realtà: video in lingua mandarina pubblicati online con l’intento di avvicinare funzionari cinesi scontenti. In un mondo dove la geopolitica incontra l’algoritmo, anche l’intelligence si aggiorna, e lo fa in grande stile… digitale. Sulla piattaforma che solitamente ospita vlog, gameplay e contenuti virali, oggi si gioca una partita molto più delicata. Vediamo insieme come YouTube si è trasformato in uno strumento strategico per l’intelligence americana.

La CIA e la svolta al concetto di spionaggio

CIA
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Il direttore dell’agenzia, John Ratcliffe, ha dichiarato che questa iniziativa è parte di una strategia più ampia per rispondere alla minaccia rappresentata dalla Cina in modo innovativo e creativo. I due video raccontano storie plausibili all’interno del contesto cinese: il primo parla della crescente disuguaglianza economica tra i leader del partito e il popolo, mentre il secondo mette in scena un dirigente di alto livello circondato da intrighi e sospetti.

La CIA ha già sperimentato contenuti simili all’inizio dell’anno, con un video che istruiva gli utenti su come contattare l’agenzia attraverso la rete oscura. A quanto pare, il video ha avuto quasi un milione di visualizzazioni. Un successo per una campagna rivolta a un pubblico così specifico.

YouTube, terreno di reclutamento

Secondo Dennis Wilder, esperto di intelligence e docente universitario, il metodo classico di reclutamento all’interno della Cina sta diventando quasi impossibile. Le città sono sorvegliate in modo capillare, e incontrare potenziali informatori è diventato troppo rischioso. Per questo motivo, puntare sul web (e soprattutto su piattaforme che aggirano la censura, come YouTube ) rappresenta un’alternativa efficace.

A rendere fertile il terreno per questa strategia c’è anche la politica interna cinese. Da quando Xi Jinping è salito al potere, milioni di membri del partito sono stati espulsi con accuse di corruzione o dissenso. Questo ha generato frustrazione tra chi teme di diventare il prossimo bersaglio. È proprio questo sentimento che la CIA vuole intercettare.

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Xi Jinping

Ma il punto davvero interessante è la modalità: tutto è stato fatto in modo plateale, con una trasparenza calcolata. Come ha fatto notare l’analista Irina Tsukerman, viviamo in un’epoca in cui un balletto su TikTok può scatenare un’ondata globale e un meme può spostare l’opinione pubblica. Perché allora non utilizzare gli stessi strumenti anche per la diplomazia segreta?

E non è nemmeno un’esclusiva americana. Anche il Ministero della Sicurezza cinese ha lanciato, tempo fa, campagne pubbliche per attirare informatori. La differenza è che la CIA ha deciso di fare tutto questo davanti agli occhi del mondo, rendendo il processo virale.

Conclusione


Con il passare del tempo, YouTube si è trasformato da piattaforma di intrattenimento a terreno di gioco per le grandi potenze mondiali. Quella che poteva sembrare una semplice curiosità mediatica è in realtà una finestra su un nuovo modo di fare intelligence. Gli spettatori ignari potrebbero imbattersi in uno di questi video mentre cercano un tutorial o un documentario, senza sapere che stanno assistendo a una delle più sofisticate operazioni di reclutamento della storia recente. E così, anche lo spionaggio si adatta al mondo 2.0. La domanda è: quanto siamo davvero lontani da una guerra fredda… in streaming?

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