YouTube Shorts vs TikTok: la sfida per il trono dei video brevi!
Maggio 12, 2025YouTube sfida TikTok con gli Shorts: tra numeri da record, nuove funzioni e un algoritmo sempre più intelligente!
Se c’è una battaglia accesa nel mondo dei social, è quella tra i video brevi. TikTok ha fatto scuola, certo, ma YouTube Shorts non è rimasto a guardare. Anzi, ha colto il momento giusto per rilanciare e ora punta dritto a conquistare un pubblico sempre più vasto. Il risultato? Una sfida aperta dove l’algoritmo è il vero protagonista.
L’India come trampolino di lancio
Tutto è iniziato nel 2020, quando l’India ha detto addio a TikTok. In quel vuoto, YouTube ha fiutato l’occasione e ha lanciato Shorts, una nuova funzione pensata proprio per i video brevi da scorrere con un dito. In meno di un anno, il formato è esploso anche fuori dall’India, trasformandosi in un vero fenomeno globale. Oggi conta circa 1,5 miliardi di utenti attivi e 70 miliardi di visualizzazioni al giorno. Numeri che fanno capire che il format ha trovato la sua strada.
Un algoritmo tutto nuovo
Todd Sherman, il responsabile di YouTube Shorts, racconta che fin da Vine (sì, proprio quel social scomparso troppo presto ) aveva capito che i video corti avevano un potenziale enorme. TikTok ha poi dimostrato che, se abbinati a un buon algoritmo, quei contenuti potevano diventare virali in pochi minuti. La vera differenza? L’intelligenza dietro al feed.
TikTok ha cambiato le regole del gioco applicando tecniche avanzate di intelligenza artificiale per mostrare all’utente esattamente ciò che vuole vedere. YouTube, dal canto suo, ha preso appunti e ha cominciato a perfezionare il suo algoritmo per Shorts, cercando di unire due cose: semplicità di fruizione e capacità di portare alla scoperta di nuovi creator.

Breve non vuol dire banale
A differenza dei video tradizionali di YouTube, dove lo spettatore sceglie cosa guardare, Shorts funziona in modo più dinamico. Il feed è una continua sorpresa e, proprio per questo, l’algoritmo deve essere bravo a intuire i gusti dell’utente in pochi secondi. Non è semplice, ma l’obiettivo è rendere ogni visualizzazione significativa, anche se nasce dallo scroll distratto.
Interessante anche la decisione di YouTube di estendere la durata degli Shorts da 60 a 180 secondi. Non è solo una questione di tempo: è una scelta che dà respiro alla narrazione. Molti creator volevano raccontare storie con più profondità, senza dover tagliare troppo. E ora possono farlo.

Dalla visione al consiglio: come si collegano i contenuti
Un’altra innovazione è il cosiddetto “embedding space”: una tecnologia che permette di collegare video lunghi e corti tra loro, anche se sembrano molto diversi. In pratica, se guardi un corto su come addestrare un cane, potresti ricevere consigli su video più approfonditi sullo stesso tema. È un modo intelligente per far scoprire contenuti inediti e tenere viva la curiosità.
I creator al centro di tutto
Secondo Sherman, i creator stanno usando Shorts come una sorta di laboratorio. Testano idee, provano nuovi formati e vedono come reagisce il pubblico. Se un video funziona, magari poi investono tempo e risorse per realizzare una versione più lunga. È un ciclo virtuoso che alimenta la creatività.
E ci sono anche volti noti da tenere d’occhio: da Red Nile, il chimico che fa esperimenti spettacolari, fino ai food creator che riescono a far venire fame anche a chi non sa cucinare un uovo. Shorts non è solo una vetrina: è un punto di incontro tra intrattenimento e scoperta.

YouTube ha anche modificato il modo in cui conta le visualizzazioni. Prima serviva che l’utente guardasse un certo numero di secondi. Ora basta che il video compaia nel feed e venga effettivamente “visto”. Questo rende le metriche più aderenti alla realtà e aiuta i nuovi creator a non demoralizzarsi.
In fondo, oggi il pubblico non cerca solo video lunghi e ben prodotti. Cerca esperienze rapide, immediate e genuine. E Shorts sembra rispondere proprio a questo bisogno.
Conclusione
YouTube Shorts ha smesso di essere una copia di TikTok. Ha una sua identità, un suo ritmo e soprattutto una community che cresce ogni giorno. La battaglia dei video brevi è tutt’altro che chiusa, ma se c’è una cosa certa, è che YouTube non intende restare in panchina. Il campo è aperto, e gli spettatori ( come sempre )decideranno chi merita di restare in gioco.