YouTube, Meta e TikTok al contrattacco: disinformazione nel mirino delle Big Tech
Giugno 04, 2025YouTube, TikTok e Meta intensificano la lotta contro la disinformazione online: migliaia di contenuti rimossi, IA in prima linea e nuove misure di trasparenza.
Nel cuore dell’infosfera digitale, una silenziosa battaglia è in corso. Non si combatte con armi convenzionali, ma con algoritmi, filtri automatici e report di trasparenza. YouTube, Meta e TikTok – tra i colossi più influenti del web – stanno rispondendo con forza a una crescente ondata di disinformazione che negli ultimi dodici mesi ha colpito anche l’Australia. Tra video ingannevoli, annunci elettorali fasulli e profili fasulli, le piattaforme hanno dovuto agire per proteggere gli utenti. Ma cosa sta realmente succedendo? E soprattutto, la lotta contro le fake news è davvero efficace? Scopriamolo insieme in questo viaggio dietro le quinte del mondo digitale, dove verità e menzogna si intrecciano più di quanto immaginiamo.
Un’ondata silenziosa di contenuti falsi
Nel corso dell’ultimo anno, le principali piattaforme social hanno intrapreso una massiccia operazione di pulizia per arginare la diffusione di contenuti ingannevoli. In Australia, sono stati eliminati migliaia di video e post considerati fuorvianti, compresi annunci pubblicitari sospetti e profili fasulli.
Secondo i più recenti rapporti di trasparenza, TikTok e YouTube hanno eliminato oltre 25.000 video contenenti informazioni false e potenzialmente dannose. Meta, invece, ha dovuto intervenire rimuovendo decine di migliaia di annunci politici non verificati, classificati come contenuti fuorvianti o contrari alle sue linee guida in materia di politica, elezioni e questioni sociali.

Tecnologia e controllo: il ruolo dell’intelligenza artificiale
Il codice volontario australiano sulla disinformazione ha spinto otto giganti del settore tecnologico a pubblicare report dettagliati sulle azioni intraprese nel Paese. Mentre piattaforme come Snapchat e X (ex Twitter) hanno evitato di fornire dettagli specifici, altre – come Google, Meta, Apple e Microsoft – hanno illustrato con precisione le contromisure adottate, comprese quelle che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale.
TikTok ha dichiarato di aver eliminato più di 8,4 milioni di video in Australia nel solo 2024. Tra questi, circa 21.000 violavano le sue politiche contro la disinformazione dannosa. Sorprendentemente, l’80% di questi contenuti è stato cancellato prima ancora che potesse essere visualizzato dagli utenti.
Anche YouTube ha fatto la sua parte, rimuovendo oltre 5.100 video identificati come fuorvianti solo in Australia, mentre a livello globale ne sono stati eliminati quasi 750.000.
Annunci politici e fake news sotto osservazione
Un’altra area critica è rappresentata dalla pubblicità elettorale. In un periodo storico in cui le elezioni sono sempre più influenzate dai social, le piattaforme hanno dovuto rafforzare i controlli. Google, ad esempio, ha respinto più di 42.000 inserzioni politiche provenienti da soggetti non verificati, mentre Meta ha cancellato oltre 95.000 annunci che non rispettavano i requisiti sulle policy elettorali.

Meta ha inoltre segnalato di aver rimosso più di 14.000 annunci in Australia per violazioni delle sue regole contro la disinformazione, bloccando anche 350 post su Facebook e Instagram, e mostrando avvisi su quasi 7 milioni di contenuti giudicati potenzialmente fuorvianti.
Un equilibrio difficile da mantenere
Shaun Davies, revisore del codice per il Digital Industry Group, ha evidenziato come il confine tra libertà di espressione e tutela dalle fake news sia ancora molto sottile. Il crescente utilizzo di intelligenza artificiale, sia per creare che per individuare contenuti falsi, rappresenta un’arma a doppio taglio. Se da un lato facilita il riconoscimento tempestivo delle bufale, dall’altro rende sempre più sofisticata e credibile la disinformazione.
Anche Microsoft ha confermato il suo impegno, rimuovendo più di 1.200 account su LinkedIn per aver diffuso notizie false. Apple, invece, ha gestito oltre 2.700 reclami relativi a contenuti giornalistici pubblicati sulla sua piattaforma, bloccando circa 1.300 articoli.
Conclusione
La disinformazione è un virus silenzioso che si diffonde rapidamente tra bacheche e video, mimetizzandosi tra meme, opinioni e contenuti apparentemente innocui. Ma il fronte tecnologico si sta muovendo. Le azioni di YouTube, Meta, TikTok e le altre Big Tech dimostrano un impegno crescente nel proteggere l’integrità delle informazioni online. La sfida è tutt’altro che conclusa, ma se c’è una certezza è che la guerra alle fake news si combatterà sempre di più a colpi di algoritmi. Per i fan di YouTube e del mondo digitale, resta fondamentale saper riconoscere i segnali, fidarsi delle fonti giuste e – perché no – restare sempre aggiornati con TuttoYouTube.